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a cura degli allievi del laboratorio di Lingua e Cultura Italiana del progetto Fa.mi.lin.g

In Moldavia e Camerun non si festeggia il carnevale. Ma in ogni Paese esistono feste legate a leggende molto interessanti.

Una celebrazione tipica nel litorale del Camerun si chiama “Nguodo” che significa “abitanti dell’acqua”. Questa cerimonia realizzata ogni fine dell’anno è celebrata per portare la pace, combattere i danni e il tasso di mortalità. Si crede che dentro l’acqua esista un altro mondo pieno di vita. A questa cerimonia sono invitati capi di regioni e capi d’etnia, streghe e turisti. Si fanno canti spirituali, danze tradizionale e riti. Ci sono anche sacrifici di animali e persone che camminano sopra l’acqua cercando il messaggio divino dentro dell’acqua. Alla fine si mangia e si canta all’onore degli Dei dell’acqua. Un rituale mistico, davvero incredibile e soprattutto spettacolare.

Un’altra leggenda poetica viene dalla Moldavia. C’era una volta un tempo in cui il sole era rappresentato da un bel giovane che aveva l’abitudine di scendere sulla terra per ballare e festeggiare nei paesi. Sapendo quale era la sua passione, un dragone l’aveva seguito, e in uno di questi viaggi sulla terra l’aveva rapito e rinchiuso in una delle cantine dell suo castello. Gli uccelli non cantavano più, e i bambini non ridevano più, ma nessuno aveva il coraggio di affrontare il dragone.

Un giorno, un altro bel giovane coraggioso decise di andare al castello per liberare il sole.Tanti uomini lo accompagnarono dandogli la loro forza per riuscire ad affrontare il potente dragone. Il viaggio durò tre stagioni: l’estate, l’autunno e l’inverno. Alla fine dell’ultima, il giovane riuscì a trovare il castello del dragone dove era incarcerato il sole. Così cominciò una lotta che durò tanti giorni, fin quando il dragone venne sconfitto. Senza forze e ferito, il giovane liberò il sole, riuscendo a far felici tutti quelli che avevano riposto tutta la propria fiducia in lui.

La natura rinacque e la gente ricominciò a sorridere, solo che il giovane salvatore non fece in tempo a vedere arrivare la primavera. Il sangue caldo dalle sue ferite gocciolava sulla neve che si scioglieva. I bucaneve, messageri della primavera, spuntavano dalla terra scoperta quando l’ultima goccia di sangue cadde sulla neve bianca. Lui morì, ma felice, poiché la sua vita era servita a uno scopo così nobile.

Da allora la gente ha l’abitudine di intrecciare due fili: uno bianco e uno rosso. All’inizio di marzo, i ragazzi danno questo amuleto, chiamato “Martisor” (vedi foto), alle ragazze che amano. Il colore rosso rappresenta l’amore ed è il simbolo del sangue di quel bel giovane. Il colore bianco simboleggia la purezza, la salute e il bucaneve, il primo fiore che appare a primavera. Il significato letterale di “Martisor” è “piccolo marzo”. Un marzo più piccolo che possiamo mettere vicino al nostro cuore per dimenticare l’inverno e cominciare un nuovo anno.