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a cura degli allievi del laboratorio di Lingua e Cultura Italiana del progetto Fa.mi.lin.g

Quando si parla del carnevale brasiliano (vedi foto), il più conosciuto è quello di Rio de Janeiro, una festa unica nel mondo. Il pubblico guarda la sfilata delle scuole di samba nel Sambódromo, luogo costruito specialmente per l’evento. Su questo palcoscenico si svolge una lussuosa sfida tra tredici scuole di samba che sono giudicate da esperti in varie categorie. La preparazione comincia mesi prima e mobilita migliaia di membri: persone semplici che lavorano tutto l’anno per l’apoteosi della notte della sfilata. In questo senso, il carnevale offre un interessante scambio di ruoli, dove il povero diventa re sopra i carri allegorici, e il ricco paga per vedere. La sfilata è un spettacolo organizzato e di grande proporzione. I temi scelti per le scuole ispirano la composizione delle samba, le decorazioni dei carri allegorici e i costumi.

Nonostante la nudità totale sia vietata, ci sono sempre belle donne, sconosciute e famose, in top-less o con costumi succinti. Il ritmo e la danza provocante danno alla festa una sfumatura sensuale che è il simbolo del carnevale di Rio de Janeiro. Però nella regione Nord-Est di Brasile ci sono altri modi di festeggiare il carnevale. A Salvador e a Recife, il “trio elétrico” è il principale motore della festa. A Olinda, città vicina, la festa vede circa cinquecento grupi di carnevale sfilare sulla strada. Questa tradizione rappresenta un’importante traccia culturale della mescolanza che ha dato origine alla nazione brasiliana: i neri, gli indigeni e gli europei.

La tradizione di carnevale in Bulgaria arriva dei tempi prima di Cristo. Tutto il Paese celebra il carnevale (kukerovden) nell’ultima domenica prima della quaresima. Le principali figure del carnevale bulgaro sono i KuKepu’, gli uomini vestiti come animali con maschere sulla testa, con campane attacate alle cinture e cappotti confezionati con pelicce di animali. I Kukeri danzano nelle strade per spaventare le forze del male e per bandire il freddo, e per cercare la fertilità e la salute. I costumi sono coperti di pelo di capra e di pecora con una maschera di cuoio sulla testa. Solo gli uomini indossano queste maschere spaventose per fare mandar via per sempre gli spiriti maligni. I Kukeri visitano le case per augurare la salute, la fertilità e la prosperità e raccolgono i doni (la farina, i fagioli, le uova) degli agricoltori e dei contadini.

La maggior parte delle maschere sono fatte di legno e alcune hanno due faccie, rappresentando il bene e il male, e i loro colori hanno una grande importanza. Il rosso è il simbolo della fertilità e della rinascita della natura (il sole e il fuoco), il colore nero rappresenta la terra, il bianco è il simbolo dell’acqua e della luce. In Italia esistono alcune maschere di carnevale simili in Sardegna.